L'amore è l'unico legame che ci rende liberi. Petruska Clarkson

Liberi di amare

Ci è stato insegnato che per vivere felici e contenti bisogna trovare il principe azzurro, l'anima gemella, l'altra metà della mela. Nell'immaginario collettivo la persona giusta è più o meno uguale a noi in modo da vivere senza problemi e difficoltà. Si ha la convinzione che una buona relazione debba essere serena ed armoniosa in completa assenza di conflitti, neanche i più banali. Si cerca nell'altro l'uguaglianza perché è rassicurante e ci raccontiamo che possiamo affrontare le difficoltà contando sulle stesse risorse e gli stessi punti di vista, così nulla può ostacolarci e dividerci. Pur di mantenere la relazione intatta ed evitare la perdita dell'altro si condividono gli stessi gusti, interessi e passioni. Per mantenere la stessa visione del mondo e delle cose si è disposti di rinunciare ai propri bisogni personali, insomma si è disposti a perdersi e abbandonarsi all'altro.

Niente di più irreale: gli identici non si incontrano, ma si confondono.

Il rischio dell'omologazione è l'appiattimento, la noia, la diminuzione progressiva di stimoli, di emozioni e di passione. Quando emergono le differenze e gli inevitabili e malvisti conflitti ci si trova ad accusare l'altro di aver nascosto parti di sé o di essere cambiato nel tempo infrangendo il nostro sogno di aver trovato il tassello del puzzle mancante. I conflitti nascono dalle differenze, dall'alterità e possono essere un importante momento di crescita personale e di conoscenza dell'altro. Le relazioni a-conflittuali possono nascondere paura di perdita dell'altro, sottomissione o indifferenza.

Secondo la visione gestaltica si perde il contatto, nonché la naturale tendenza a cercare il piacere o il soddisfacimento di un bisogno per salvaguardare la relazione, per paura di perdere l'altro, di essere abbandonato o rifiutato. Per ritrovare il contatto è necessario aprirsi al sentire emotivo del momento presente e comunicarlo all'altro, affermando cosa proviamo dichiariamo chi siamo realmente. Il paradosso è che più si ritiene la relazione significativa maggiore è la paura.

In Gestalt si pone l'attenzione alla differenza tra le persone quale dimensione di scoperta e di crescita. E' importante diventare creativi e autentici, diventare consapevoli di "come" si interrompe il contatto, quindi riconoscendo le nostre interruzioni di contatto.

Nelle relazioni intime dietro ad atteggiamenti di chiusura, perdita di desiderio, soprusi potrebbe nascondersi il senso di vergogna. La vergogna inibisce l'intento di andare verso l'altro per paura di non essere accolti impedendo così anche l'intenzionalità di contatto.

Tutto quanto sin qui esposto fa riferimento alle relazioni di coppia, tuttavia lo stesso argomento è valido per tutte le relazioni affettive (genitoriali, amicali, filiali, tra colleghi ...).

Voglio portare l'attenzione a quella che viene definita la "Preghiera della Gestalt" di F. Perls che a mio parere è molto attuale per una relazione viva e autentica.

"Io faccio la mia cosa e tu fai la tua cosa.

Io sono io e tu sei tu

Io non sono in questo mondo per soddisfare le tue aspettative

Né tu sei in questo mondo per soddisfare le mie

Se ci incontriamo è bello

E se no, non c'è niente da fare".

Questa affermazione, per me vista nel qui e ora, è la massima espressione di libertà. Se rimaniamo presenti e in contatto troveremo il giusto confine che sarà la giusta distanza per me e per te e non potrà che essere bellissimo, altrimenti non fa niente, potremmo incontrarci in un altro momento.

Un vero rapporto respira, pulsa in altre parole è vivo,

è un ritmo

Siamo dipendenti: abbiamo bisogno dell'altro altrimenti non sarebbe una relazione. Siamo autonomi: abbiamo bisogno di essere liberi di agire e di pensare perché siamo individui a se stanti. Siamo dipendenti e siamo autonomi: non è una contraddizione. L'essere umano è un individuo indipendente, ma fa parte di un sistema, dell'ambiente. E' per questo che un rapporto deve respirare, oscillando tra separazione e unione.

Chi può veramente separarsi dall'altro, può veramente incontrare l'altro. Se si ha la certezza che si può uscire dal rapporto, si può anche rischiare di coinvolgersi.

Fonti

Bruni, G., & Frisone, R. (2009). E Vissero Quasi Sempre Felici e Contenti. Verso una nuova cultura della relazione di coppia. Edizioni Cipog.

Lee, R. G. (2009). Il linguaggio segreto dell'intimità: Un modello gestaltico per liberare il potere nascosto nelle relazioni di coppia. F. Angeli.

Menditto, M. (2006). Realizzazione di sé e sicurezza interiore: Autoaffermazione, relazione, passione. Erickson.

Polster, E. (2007). Psicoterapia del quotidiano: Migliorare la vita della persona e della comunità. Erickson.

Margherita Montalbano - P.IVA 12513020011

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