Paura del nuovo

Tutti noi proviamo paura, è un importante segnale di allerta per il nostro organismo. La paura stimola la nostra attenzione oppure ci fa notare un pericolo. Senza la paura non conosceremmo limiti, il meccanismo di allarme non funzionerebbe andando incontro a una mancanza di preservazione di noi e degli altri. Quindi ben venga tale emozione perché ci permette di prenderci cura di noi e delle persone che ci circondano.

Tuttavia ci sono alcune paure che invalidano la nostra vita e la rendono poco dinamica come ad esempio la paura del nuovo, della novità, di ciò di cui non abbiamo familiarità. Stiamo parlando quindi del rischio di perdere qualcosa di conosciuto, talvolta vecchio ma rassicurante. La novità spaventa e preclude l'esplorazione e la creatività che danno sale alla vita. Se rimanendo ancorati al conosciuto si sperimenta comodità, calma e sicurezza, dall'altra, esplorando la novità, si assapora eccitazione, effervescenza e curiosità.

Potremmo quindi riassumere con una metafora che la paura può essere una guardia del corpo oppure essere un carceriere.

Perls sostiene che la paura reprima l'espressione dell'organismo bloccandone il sano funzionamento.

Nella dimensione di paura si spreca un'immensa quantità di energia, tempo e creatività oltre a frenare il pieno sviluppo del potenziale umano.

La noia è una forza potente che ci avverte che siamo in assenza di paura. Se ci diamo il permesso di sentire la noia questa diventa una preziosa fonte di motivazione al cambiamento e la persona può diventare parte attiva e propositiva del suo contesto relazionale e sociale.


foto di johannes plenio


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